Una droga, nell'uso più comune del termine dalla metà del XX secolo, è una sostanza, naturale o sintetica che, una volta assunta, altera la coscienza o la percezione o l'umore, il cui consumo può portare a una dipendenza fisica o psichica o a danni alla salute, dell'utilizzatore o di altri, e la cui fabbricazione, distribuzione e uso è nella maggioranza dei casi vietato o regolato dalla legge. È quindi una sostanza psicoattiva che, se inalata, iniettata, fumata, ingerita, assorbita attraverso la pelle o da diverse mucose, provoca un temporaneo cambiamento psichico o fisico o entrambi nel soggetto che può essere indotto a farne abuso. Alterando le funzioni delle cellule nervose, le droghe possono compromettere gli equilibri psicologici e i normali processi mentali, potendo agire su emozione, ricordi, attenzione, percezione, umore, coscienza, comportamento, abilità intellettive, capacità motorie, ecc. La psicoattività di tali sostanze viene da secoli sfruttata anche a fini terapeutici e ancora oggi molte droghe o loro derivati sono ampiamente utilizzati per uso medico, per esempio la morfina viene utilizzata come antidolorifico. La possibile sovrapposizione tra abuso e utilizzo medico di queste sostanze rende complessa la loro classificazione e regolamentazione legale. Sostanze sviluppate originariamente per uso medico sono diventate sostanze a prevalente utilizzo illegale ricreativo.L'eroina prodotta per la prima volta dalla Bayer nel 1898 come farmaco per curare la tossicomania da morfina deve infatti il suo nome all' "eroico" potere terapeutico che le veniva attribuito. Non tutte le sostanze psicoattive sono considerate droghe e non esiste un coerente e omogeneo metodo per definire droga una sostanza psicoattiva, né a livello legale, né nell'uso comune. Alcune droghe sono considerate più "pesanti" di altre, in genere quando producono tolleranza (la capacità dell'organismo di sopportare a dosi gradualmente più elevate la tossicità delle sostanze) e dipendenza (necessità di assumere tali sostanze per evitare crisi di astinenza);un altro fattore che contraddistingue la tolleranza ad alcune droghe è l'assuefazione, cioè il degradare dell'effetto, soprattutto psichico, della medesima dose, con conseguente necessità di aumentare la dose per produrre lo stesso effetto
L'uso di droghe senza controllo è associato a rischi per la salute significativi e può portare allo sviluppo di disturbi da uso di droghe. I disturbi da uso di droghe, in particolare se non trattati, aumentano la morbilità e i rischi di mortalità per gli individui, possono provocare sostanziali sofferenze e portare a un deterioramento del funzionamento personale, familiare, sociale, educativo, lavorativo o di altre aree importanti. Nelle giuste condizioni, molte droghe possono causare dipendenza psicologica o fisica (neurochimica). Se una droga non è disponibile o se ne interrompe il consumo, si può passare a un'altra droga e quindi sostituire la dipendenza. È anche possibile una dipendenza simultanea da più droghe e viene definita «polidroga». Nelle emergenze legate alla droga, possono verificarsi danni a sé o agli altri. Lo "sballo" e l'incoscienza dopo l'uso di droghe è un pericolo per il consumatore e per altri. Esiste anche un pericolo quando le droghe vengono "diluite", in gergo "tagliate", per aumentare il profitto, e gli agenti da taglio sono sostanze nocive con effetti (collaterali) sconosciuti all'utente, come la fenacetina, il levamisolo e la lidocaina nella cocaina. L'etanolo delle bevande alcoliche è la sostanza psicoattiva ampiamente utilizzata e abusata che causa maggiori danni Anche le droghe legali che sono accettate come stimolanti o inebrianti non sono esenti da rischi e non dovrebbero in alcun modo essere considerate innocue. Il consumo di grandi quantità di alcol può portare a un pericoloso e, nel peggiore dei casi, fatale, avvelenamento da alcol.L'abuso cronico di alcol può, in determinate circostanze, causare gravi danni al fegato, danni cerebrali (sindrome di Korsakoff), nonché vari tipi di cancro e forme di psicosi alcolica, come ad es. può causare allucinosi alcolica (ICD-10 F10.52). Il fumo di tabacco contiene sostanze mutagene e cancerogene. Inoltre, il fumo può danneggiare direttamente o indirettamente tutti gli organi del corpo ed è la principale causa di cancro ai polmoni. Gli psichedelici come l'LSD o i funghi contenenti psilocibina sono in gran parte privi di rischi fisici e psicologici a causa del loro modo di agire e del potenziale quasi inesistente di abuso. La cannabis fumata può danneggiare i tessuti polmonari e causare cicatrici e danni ai piccoli vasi sanguigni. L'Organizzazione mondiale della sanità cita con prove epidemiologiche che l'uso di cannabis non aumenta il rischio di cancro ai polmoni, alla testa e al collo. A lungo termine le droghe inalanti (spesso solventi nitriti) possono comportare danni al fegato e ai reni; danni del midollo osseo; spasmi degli arti dovuti a danni ai nervi; danno cerebrale da mancanza di ossigeno che può causare problemi con il pensiero, il movimento, la vista e l'udito. Con i nitriti è stato rilevato un aumento del rischio di polmonite. La ketamina a lungo termine può procurare ulcere e dolore alla vescica; problemi ai reni; mal di stomaco; depressione; scarsa memoria. La cocaina a lungo termine comporta perdita dell'olfatto, epistassi, danni nasali e difficoltà nella deglutizione; infezione e morte del tessuto intestinale per diminuzione del flusso sanguigno; perdita di peso; danni ai polmoni da fumo. Alla metanfetamina a lungo termine sono associati ansia, confusione, insonnia, problemi di umore, comportamento violento, paranoia, allucinazioni, deliri, perdita di peso, gravi problemi dentali, prurito intenso che porta a piaghe cutanee da graffi. L'MDMA, alias ecstasy, può portare a confusione, depressione, problemi di attenzione, memoria e sonno di lunga durata; aumento dell'ansia, impulsività e minor interesse per i rapporti sessuali.